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La Cattedrale di San Lorenzo, detta anche di San Giovanni occupa un posto centrale fra i monumenti di Traú non soltanto come luogo di culto ma anche come edifico sul quale si evidenziano gli stili che vanno dal romanico al barocco e nel quale si conservano eccezionali opere d’arte. Questa cattedrale é ill luogo in cui si incontrano vivi e morti. La sua costruzione cominciò intorno al 1200 per concludersi appena all’inizio del XVII secolo quando fu portato a termine l’ultimo piano del campanile la cui erezione durò circa due secoli.

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L’opera più significativa della cattedrale é il Portale di Radovan opera iniziata nel 1240 dallo scultore Radovan e continuata da suoi discepoli nella seconda metà del XIII secolo. Il none dell’artista e l’anno di inizio dell’opera sono ricordati nell’iscrizione alla base della lunetta.

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Opera somma del rinascimento in Dalmazia é la Cappella del Beato Giovanni Orsini progettata e costruita come mausoleo nel XV secolo da Nicola Fiorentino con la collaborazione di Andrea Alessi e Ivan Dukanović, alias Giovanni Dalmata da Trau. In esso, sul modello dell’arte classica, e rappresentato il mondo degli inferi: puttini alati con le fiaccole escono dal regno dei morti. Il mondo dei vivi e raffigurato con gli apostoli guidati da Cristo; le finestre ovali simoboleggiano il sole mentre la volta a cassettoni con il medaglione centrale nel quale é raffigurato Dio, é il cielo.

La Sagrestia, costruita verso la metà del XV secolo, custodisce il tesoro della cattedrale, ex voto altri doni elargiti nel corso dei secoli dai fedeli, per lo più sovrani ed altri magnati croati.

Sul lato Sud della piazza principale di Traú, accanto al Palazzo del Rettore, sorge la Loggia. Se ne fa menzione per la prima volta nel 1311. Era il luogo in cui si esercitava pubblicamente il potere giudiziario. L’attuale aspetto risale all’epoca del Rinascimento quando l’intera piazza fu rinnovata. E’ forma di atrio con due pilastri e sei colonne laterali, i cui capitelli risalgono e epoche diverse come si vede dagli ornamenti: antichità classica e Medio Evo. Nella Logia venivano guidicati gli uomini, mentre le donne venivano giudicate nella vicina chiesa di S. Maria Rotonda. Per le nobildonne, invece, i giudici si riunivano in palazzi privati.

La Loggia é dominata da un rilievo allegorico della Giustizia, opera di Niccolò Fiorentino. Il tetto della Loggia fu rinnovato nel XIX secolo su progetto dell’architetto viennese Hauser.  Nel 1938 sul muro del lato Sud fu posta una statua del bano e vescovo croato Petar Berislavić, opera dello scultore Ivan Meštrović.

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Chiesa di San Sebastiano, Torre dell’Orologio. La chiesa, accanto alla loggia, fu eretta nel 1476 per voto fatto dai cittadini mentre infuriava un’epidemia di peste.

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Sulla piazza richiamano l’attenzione il vecchio e il nuovo Palazzo Cippico, affiancati. Un tempo erano considerati un unico palazzo formato da due edifici, uno detto „grande“ e l’altro „piccolo“, collegati da un ponte sopra la via. E’ certamente uno dei palazzi piú belli e meglio conservati a Traú, risultato dall’unione di piú antichi palazzi romanici, ristrutturati e abbelliti nel XV secolo dal nobile Coriolano Cippico, guerriero e scrittore umanista, in stile gotico veneziano. La facciata del „grande“ Cippico é rischiarata da due file di trifore in gotico fiorito, opera di Andrea Alessi e dal portale d’ingresso sul quale Ivan Dukanović alias Giovanni Damalata da Trau scolpi un angelo con la fiaccola e lo stemma della famiglia. Il portale sulla facciate meridionale é invece opera di Niccola Fiorentino.

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Il Palazzo del Comune o del Rettore fu rimane la sede del governo della citta. Vi risiedeva il conte-rettore; oggi vi ha il suo ufficio il sindaco. L’edifico é menzionato già nel XVII secolo, ma l’attuale aspetto, dovuto a un restauro compiuto sul finire dell’Ottocento, gli ha restituito le dorme rinascimentali della prima metà del XV secolo.

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Palazzo Garagnin-Fanfogna, Museo Civico di Traú. L’ edificio oggi sede del museo civico, già dimora dei nobili Garagnin, dal 1840 dei Garagnin-Fanfogna, si compone di piú parti. Le parti piú antiche, che hanno subito varie transformazioni nel corso dei secoli, sono contraddistinte da elementi stilistici che vanno dal romanico al barocco.

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L’isolotto sul quale si é sviluppata Traú ha condizionato con la sua forma anche quella delle mura di cinta medievali. Nel corso del XII secolo, negli attachi del mare, le mura furono abbattute per essere ricostruite appena all’inizio del XIII secolo e da allora, con poche modifiche, si trovano nello stesso posto.

Nel complesso delle mura si aprivano due ingressi: la Porta di Mare e la porta di Terraferma a nord. La Porta di Mare , costruita nello stile conventuale nel  1593, ha conservato i battenti in legno originali ferrati con chiodi metallici.

La Porta di Terraferma  fu spostata piú verso Est, all’inizio di un antico ponte in pietra che collegava l’isola alla terraferma, per essere trasferita nel posto in cui si trova oggi (dal XVII secolo) quando quel ponte fu abbattuto e construito l’istimo che oggi vediamo. Sulla Porta spicca una statua gotica del santo protettore della città, il Beato Giovanni Orsini da Traú.

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In continuazione fu construito il forte Camerlengo (1420-1437) opera del maestro Mario Radoj. Il suo nome deriva da camerlengo (camersrius in latino), un funzionario-cassiere cui erano affidati tutti gli affari finanziari d’intensa con il conte-rettore.

Il Forte Camerlengo , abbandonato alle intemperie e trascurato nel corso della prima metà del XX secolo, fu rinnovato dopo la II guerra mondiale e usato come Teatro estivo e sala cinematografica per programmi notturni, mentre di giorno veniva visitato dai turisti. Dall’alto della fortezza lo sguardo abbracia un meraviglioso panorama.

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Dirimpetto alla fortezza Camerlengo, verso Nord, sorge il Forte San Marco costruito nel XV secolo dai Veneziani. Per un certo periodo Forte San Marco fu usato come pubblico macello.

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Per ordine del maresciallo Auguste Marmont, all’epoca comandante militare della Dalmazia, nel 1808 fu iniziata a Traú la costruzione di un momento di gratitudine alla Francia. Il momento, dal popolo chiamato Glorietta di Marmont non fu mai portato a termine. Nella seconda metà dello scorso, XX secolo, il monumento fu smontato e trasferito nel punto in cui sorge oggi per far posto alla costruzione del campo di calcio.

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